Come conservare correttamente i semi di canapa in modo che siano vitali e utilizzabili nel tempo?

Come conservare correttamente i semi di canapa in modo che siano vitali e utilizzabili nel
tempo?

Il tema della corretta conservazione delle sementi è un argomento molto importante per breeders
e coltivatori di ogni varietà vegetale in ogni parte del mondo. La canapa non fa certo eccezione.
Anzi, le problematiche legate alla conservazione delle sementi acquistano per la canapa
un’importanza del tutto particolare. Conservare i semi in condizioni ottimali non serve solo ad
avere un prodotto vitale, vigoroso e pronto all’uso (in grado quindi di assicurare un raccolto
proficuo ogni anno), ma permette soprattutto di conservare intatte le caratteristiche uniche di
ciascuna varietà. Se per le sementi a destinazione alimentare questo significa principalmente
conservare le varietà selezionate e perfezionate nel tempo, per chi lavora sulla canapa vuol dire
anche conservare quelle varietà originali e autoctone che rischiano altrimenti di andare perdute.
Accanto al lavoro di selezione e incrocio, diventa quindi fondamentale un lavoro di catalogazione,
protezione e conservazione delle sementi che si utilizzano ogni anno. Sapere le giuste condizioni di
stoccaggio permette infatti di avere sementi vitali e pronti all’uso anche dopo svariati anni.

Come stoccare e conservare i semi di Canapa

In condizioni ideali è possibile conservare i semi di canapa per molti anni, preservandone i due
aspetti principali che definiscono al qualità di un seme: vitalità e vigore.
La vitalità si riferisce alla capacità del seme di germogliare mente il vigore rappresenta l’energia
che il seme è in grado di generare una volta germinato. Sebbene i due parametri siano spesso
collegati, è molto frequente incontrare semi che hanno mantenuto la loro vitalità (sono in grado di
germogliare) ma hanno perso buona parte del loro vigore e non sono quindi più in grado di
esprimere al massimo tutto il loro patrimonio. Ecco come si possono perdere (o peggio, vedere
modificati) irrimediabilmente tratti genetici unici di intere popolazioni.
Diversi studi hanno dimostrato come i parametri da tenere sotto controllo nello stoccaggio dei
semi siano umidità e temperatura. Sebbene entrambi siano sempre importanti, l’umidità appare
essere di gran lunga il più decisivo. Diversi test hanno infatti dimostrato come uno stoccaggio di
breve periodo ad alta temperatura compensata dal giusto livello di umidità (es. 20°C/30%RH)
permetta di mantenere ottimi livelli di vitalità e vigore.
In generale, livelli troppo alti o troppo bassi di umidità (rispetto alla temperatura) possono
compromettere irrimediabilmente i vostri semi. Ecco perché, una volta raccolto, il seme maturo e
ben tegumentato deve essere pulito correttamente dalle bratte del fiore che lo avvolgono. La
corretta pulizia e allontanamento del materiale vegetale dalla semenza può essere realizzato
attraverso macchinari per la soffiatura o attraverso setacci. L’importanza di allontanare la matrice
vegetale permette di mantenere i semi in condizione di bassa umidità. Infatti questa matrice
vegetale, se non viene rimossa, può essere causa di variazioni considerevoli nei valori di umidità
durante lo stoccaggio. Temperatura e umidità devono essere monitorati costantemente durante lo
stoccaggio in modo da mantenere entrambi i valori il più bassi possibili nel tempo.
Per proteggere i semi e gestire al meglio l’umidità (in assenza di impianti professionali), si consiglia
di posizionare i semi puliti in contenitori a tenuta stagna con appositi sacchetti di gel di silica
muniti di indicatori colorimetrici al fine di una corretta verifica e sostituzione dei dispositivi
essiccanti. Dopo una settimana si possono trasferire in contenitori di plastica sotto vuoto con
l’introduzione di nuove bustine di silica gel. Una volta fatta questa procedura i semi sono pronti

per essere congelati in freezer o in frigo, a seconda della durata delle conservazioni e delle
necessità di impiego. Bisogna ricordare che minore sarà la temperatura di stoccaggio e maggiore
sarà la durata della semenza a parità di bassa umidità relativa. Nei laboratori specializzati per lo
stoccaggio delle sementi si impiegano congelatori all’azoto liquido in modo da avere condizioni
ottimali di conservazione a meno 80 gradi centigradi.
Perché umidità e temperatura sono cosi importanti per la conservazione del seme?
Entrambi questi parametri sono connessi all’attività enzimatica degli enzimi presenti nel seme
stesso. Il seme presenta infatti al suo interno un’ampia gamma di enzimi utili alla corretta
germinazione e sviluppo del seme. Questi enzimi devono essere mantenuti dormienti con basse
temperature e umidità relative in modo da garantirne l’efficienza anche dopo molti anni dal loro
risveglio.
È importante tenere presente che insieme ai semi, se non propriamente trattati, rischiate di
conservare per anni anche eventuali batteri, muffe o virosi eventualmente presenti sul seme al
momento dello stoccaggio. È dunque buona prassi preparare i semi per la conservazione in un
ambiente protetto e utilizzare guanti, contenitori e strumenti sterili.
A tale proposito è consigliabile sottoporre le sementi una volta deumidificate e impacchettate
sotto vuoto a raggi Uv-b. Questa procedura standard per la conservazione del seme permette di
ridurre il rischio di contaminazioni batteriche e fungine provenienti dalla matrice vegetale da cui i
semi sono stati estratti e separati.
Se volete approfondire questo argomento vi consigliamo uno studio condotto da una università
dell’Oregon in occasione di una tesi post Phd che potete trovare facilmente on line al DOI.

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