Cosa determina il livello di THC totale nelle varietà di canapa?

Sembra banale, ma spesso si dimentica che la percentuale di Thc totale delle infiorescenze dipende dal momento di raccolta:
il tasso di Thc totale delle infiorescenze è un tema molto importante per i coltivatori di
canapa in quanto determina la buona riuscita della vendita sul mercato delle infiorescenze
prodotte. E’ un tema molto dibattuto fra breeder e coltivatori, perché senza un quadro
definito l’interpretazione dei risultati ottenuti nei vari cicli di coltivazione può diventare
difficile.

È indubbio che la scelta varietale sia essenziale per determinare il successo della
coltivazione, non solo per gli aspetti qualitativi delle infiorescenze (aspetto, terpeni,
flavour) ma anche per la compliance del prodotto ai limiti di legge.

Le variabili ambientali giocano un ruolo importante in condizioni di
coltivazioni professionali (dove si cerca di attenuare gli stress correlati a condizioni
ambientali avverse alla coltivazione stessa), ma in una misura non superiore al
10-15% del contenuto di cannabinoidi totali (e quindi anche di Thc totale).  

Per quanto riguarda le condizioni ambientali, si segnalano gli attacchi di artropodi come della tanto diffusa Elicoverpa Zea e della meno
vorace Cavolaia come fattori di stress significativi nel determinare un aumento del contenuto di resine e,
quindi, dei metaboliti secondari ad esse associate.
In condizioni di coltivazione ottimali le variabili ambientali possono essere considerate
marginali nella definizione del livello di thc totale delle infiorescenze.
È dunque importante scegliere varietà stabili con diversi anni di test sul campo per
produrre infiorescenze di qualità e con un basso rischio che il prodotto non sia conforme per
quanto riguarda il Thc totale.
Il progetto di breeding che abbiamo intrapreso garantisce sementi con chemiotipi stabili
attraverso la selezione di ceppi dove la disfunzionalità della delta nove
sintetase (gene BT) e la funzionalità della cannabidiolo sintetase (gene Bd) siano al massimo. Questi
ceppi selezionati sono poi stati stabilizzati e riprodotti attraverso tecniche di inbreeding per
diverse generazioni. Al termine di questo percorso, per due anni consecutivi abbiamo testato in campo (su larga scala
in condizioni pedoclimatiche diverse) misurando il livello di
cannabinoidi ogni sette giorni dalla 5° alla 12° settimana.
È necessario ricordare che a parità di varietà coltivata, in condizioni ottimali, la scelta del
momento di raccolta può fare la differenza rispetto ai livelli di Thc che ci si aspetta di
misurare nei fiori. Le reazioni chimiche che portano alla produzione del thc sono reazioni di
tipo enzimatico e sono correlate al tempo: più tempo passa durante la
maturazione dei fiori e maggiore sarà il contenuto di Thc totale. A seguito di numerosi studi
condotti sulle nostre varietà (Hands of Buddha Line) abbiamo realizzato dei grafici di
maturazione per rappresentare questo fenomeno di accumulo del metabolita Thc totale nel
tempo durante la fase di maturazione. Per verificare il livello di Thc totale è importante seguire il
metodo di campionamento indicato dalla regolamentazione (reg. CEE) che prevede di
prelevare un minimo di 50 porzioni di fiore da 50 diverse piante e dopo l’essiccazione si
omogeneizza il campione attraverso la tritatura e miscelazione del campione raccolto; il
metodo europeo di campionamento è importante per avere un dato significativo.

Cosa determina il livello di THC nei fiori di canapa

1) I fattori Genetici (chemiotipo) determinano in modo maggiore di tutti glia ltri fattori
coinvolti i livelli di thc presenti nelle infiorescenze e ovviamente anche i livelli di cbd e altri
cannabinoidi minori. Ogni varietà è geneticamente programmata per favorire la
produzione di determinati cannabinoidi. Nel caso di varietà Cbd si intende un gruppo di
varietà denominate come Cbd-dominanti in quando producono il cannabidiolo come
cannabinoide principale.

2) I Fattori ambientali incidono in modo minore sull’espressione del chemiotipo ma non
sono del tutto ininfluenti sul risultato finale. Gli studi scientifici attualmente disponibili quantificano nel
10-15 % il possibile aumento di cannabinoidi totali e quindi anche thc in condizioni
sfavorevoli o di stress /Es. condizioni di carenza idrica, condizioni ambientali avverse
rispetto alle condizioni ottimali di coltivazione). Un’incidenza maggiore sul contenuto in
cannabinoidi totali è da attribuire ad attacchi di patogeni soprattutto da artropodi come il
caso dell’Elicoverpa Zea che è dimostrato come causa scatenante di un aumento
significativo dei cannabinoidi totali. Le resine e i cannabinoidi presenti in esse sono da
considerarsi come sostanze che permettono alle piante di difendersi da attacchi di parassiti
da cui consegue il fatto che in caso di attacco di patogeni la risposta della pianta sia di
aumentare la produzione di queste sostanze di difesa.

3) La scelta del momento di raccolta a parità di chemiotipo impiegato può essere determinate
per riuscire a produrre infiorescenze con determinati livelli di thc totale. Per questo motivo
esiste un protocollo operativo che prevede la verifica in campo del livello di thc totale
contenuto nelle infiorescenze attraverso analisi chimica alla sesta settimana di fioritura in
modo da avere un’indicazione sull’accumulo di thc nelle infiorescenze. La verifica del livello
di thc ci da un’indicazione importante sulla scelta del momento ottimale di raccolta in
funzione della maturazione commerciale delle infiorescenze. Per facilitare la previsione del
momento di raccolta delle nostre varietà abbiamo realizzato curve di maturazione che
insieme al test chimico del livello di thc alla sesta settimana aiuta nel determinane il
momento corretto di raccolta dei fiori rispetto al livello di thc desiderato. Sarà poi cura del
coltivatore associare le indicazioni derivanti da questo protocollo e il livello di maturazione
commerciale desiderato delle infiorescenze .

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